Giulio Carpioni
(Venise, 1613 - Vicence, 1678)
Iris dans le royaume d’HypnosOil on canvas, 73.5 x 64.5 cm
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DESCRIPTION
È noto come il tema di Hypnos abbia attirato il costante interesse del Carpioni: vedi, ad esempio, le versioni del Kunsthistorisches Museum di Vienna; del museo di Belle Arti di Budapest; della collezione Schönborn di Pommersfelden; ecc.
Il quadro qui riprodotto si collega alla descrizione che di Hypnos fa Ovidio (Metamorfosi XI, versi 592 e seguenti), da cui deriva quasi puntualmente la descrizione dell’Ariosto nel Canto
XIV del Furioso (ottave 92-93). Ciò spiega l’antro roccioso – assente dalle altre versioni – nel quale entra Iride portata dal luminoso arcobaleno, della cui parabola declinante essa è vivificata desinenza. La sostiene una densa nube, ma la dea sembra dolcemente planare con le sue grandi ali aperte: immagine mirabile, codesta, e sorprendente anticipazione tiepolesca, come le altre due figure allegoriche nel registro più alto del dipinto.
Hypnos, rappresentato non giovane come in tutte le versioni carpionesche, è colto nell’atto del destarsi e nel suo volto cogli l’espressione stupita di fronte all’apparizione prodigiosa. Le sue ali sono ancora chiuse, raccolte dietro la schiena. Con la mano sinistra solleva un lembo del lenzuolo quasi argenteo, che spicca di contro all’azzurro scuro del materasso sottile e del cuscino rigonfio. Gli innumerevoli astanti – vecchi e vecchie dal viso rugoso, putti rubicondi, donne opulente, uomini vigorosi come quello a cavalcioni dell’anfora di michelangiolesco impianto –, accelerano la dinamica cromatica in un continuo rinvio e rispondersi di rossi bruciati, di gialli densi, di rosa teneri, di azzurri, di bianchi, opposti ai grigi caldi della grotta, aperta sul cielo di pallida chiarità mattutina. Colori che acquistano straordinario splendore di smalto, percossi come sono da luci incrociate provenienti dalle due bocche dell’antro: l’una indicata, l’altra implicita, a destra.
Per i caratteri stilistici, che denunciano la più compiuta maturità del Maestro, si potrebbe avanzare l’ipotesi che il dipinto sia stato eseguito tra il 1670 e il 1675”, così descrive Renato Cevese una composizione quasi identica ad eccezione di qualche dettaglio, di collezione privata.1
Il nostro quadro, che forse corrisponde a quello recensito nella Fototeca Zeri2, presenta come varianti rispetto alla composizione riprodotta nell’articolo di Cevese: una capra al posto di una figura femminile ai piedi del letto di Hypnos e la figura allegorica in alto a sinistra ha un serpente che le cinge il torso.
Note:
1 – Renato Cevese, Quattro dipinti sconosciuti di Giulio Carpioni, in “Arte Veneta, XXXII, 1978, pp. 322-325. Il quadro è riprodotto a colori a pagina 325, del quale l’autore non precisa le dimensioni.
2 – Purtroppo senza le dimensioni e di ubicazione sconosciuta: http://catalogo.fondazionezeri.unibo.it/scheda/opera/59007/Carpioni%20Giulio%2C%20Iride %20chiede%20a%20Hypnos%20di%20mandare%20Orfeo%20da%20Alcione