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Giuseppe Recco (Napoli 1634 - Alicante 1695)

(Napoli, 1634 – Alicante, 1695)

Interno di cucina, con utensili di rame, polpo e cipolle sopra un ripiano in pietra

Olio su tela. 100 x 125 cm

  • PROVENIENZA
  • BIBLIOGRAFIA
  • MOSTRE
  • DESCRIZIONE

BIBLIOGRAFIA


- Claudia Salvi, in L’œil gourmand. Parcours dans la nature morte napolitaine du XVIIe siècle, cat. mostra, Parigi, Galerie Canesso, 26 settembre – 27 ottobre 2007, pp. 86-87, n° 21.

MOSTRE


- L’œil gourmand. Parcours dans la nature morte napolitaine du XVIIe siècle, Paris, Galerie Canesso, 26 settembre – 27 ottobre 2007, pp. 86-87, n° 21.

DESCRIZIONE




Si tratta di un’opera di grande suggestione, apparsa ad un’asta (Christie’s, Milano, 29 novembre 2006, n. 81) con la corretta attribuzione a Giuseppe Recco. La composizione si snoda su tre piani suggeriti, trasversalmente e longitudinalmente, tanto dalla progressione dei basamenti quadrangolari di pietra grigia e dalla mensola, quanto dalla disposizione degli oggetti. Aringa, baccalà, cipolle, polipo, piatti e pezzi di tonno, mezzine, frutta secca e coltello: tutti gli oggetti messi in scena sono ordinatamente appoggiati sopra dei supporti la cui necessità sembra arbitrariamente dettata dallo stare in fila delle vettovaglie. Una diagonale ascendente passa attraverso la mezzina di rame rovesciata sull’angolo sinistro in basso, fino al pezzo di tonno sul piatto di maiolica posto nell’angolo destro in alto. Alcuni cardi, una grattugia, i resti di un fuoco con paletta per le ceneri e un coltellaccio, ai margini della tela nella penombra affumicata del luogo, sono là per indicare un quotidiano sommesso che la costruzione tutta mentale che gli oggetti in piena luce intraprendono sembrerebbe contraddire. La sequenza dei piatti in bilico contro lo spigolo della nicchia, con le sue ombre astratte e la luce affilata di assoluta geometria che li modella, si affianca a spunti diversi, ma di altrettanto prodigioso mimetismo, come la resa della pelle del polpo e della sua pesantezza, suggerita con grandissima arte, e delle tracce di ossidazione sull’acquamanile che, seppur visibili solo da vicino, contribuiscono all’effetto di vigoroso naturalismo che la tela sprigiona. Nell’Interno di Cucina con vivandiera, firmato e datato “Gios. Recco F. 167…” (Napoli, collezione Pagano) si nota la pila di piatti sulla mensola, un cartoccino che racchiude qualche spezia pregiata, chiodi e manici di tegami che gettano sulla tavola delle ombre precise e affilate come nella nostra tela. In una grande Pescivendola databile agli anni ’70 del Musée des Beaux-Arts di Rouen, che contiene due figure dipinte verosimilmente da Luca Giordano, compaiono dei pezzi di tonno rosa caratterizzati da una spessa striscia di grasso bianco – espediente che permette al pittore di creare dei richiami di luce potenti lungo una delle diagonali del quadro – ed una mezzina, il cui forte aspetto stereometrico è sottolineato, come nella nostra tela, dal fatto che è rovesciata. Nell’ Interno di cucina (Akademie der Bildender Künste) di Vienna, firmata e datata “Gios. Recco 1675” appaiono affocate, sopra il trave del camino che brucia d’un fuoco vivido e tenace, delle cipolle germogliate. Infine, l’Interno di cucina con pesci, firmato “G…e Recco F.” (già Londra, Matthiesen Gallery) con il suo sistema di dadi, i pesci dislocati trasversalmente, i paioli e i coperchi di metallo poggiati in bilico qua e là, è forse la composizione che si avvicina di più alla nostra tela ma, se questa è a nostro avviso databile agli anni settanta, il nostro quadro appartiene invece al decennio precedente. L’utilizzazione di zoccoli di pietra simili ai modelli spagnoli e caratteristici dell’arte di Recco appare sporadicamente anche presso altri “generisti” napoletani, benché associata a spunti più narrativi tendenti a risituare la scena in un contesto preciso. Il grande quadro di Giovan Battista Recco di Besançon, firmato “G.B. Recco” con Pesci di mare e ostriche orientali articola la sua mostra di pesci sopra un sistema di alti zoccoli. Ma anche Giovan Battista Ruoppolo ne fece uso in gioventù nel suo capolavoro con Frutta, ortaggi in un paesaggio, oggi di collezione privata, e già a Spoleto presso la Galleria Sapori.

Claudia Salvi