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Giulio Carpioni (Venise 1613 - Vicence 1678)

(Venezia, 1613 - Vicenza, 1678)

Offerta a Venere

Olio su tela, 139,7 x 177 cm.

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PROVENIENZA


Probabilmente Publio Podio Antichità Bologna; è entrato verso 1930 in una famiglia bolognese e, per discendenza, fino ad oggi.
 

BIBLIOGRAFIA


- V. Damian, Massimo Stanzione, Guercino, Hendrick de Somer et Frà Galgario, Galerie Canesso, Parigi 2016, p. 32-34.
 

DESCRIZIONE


L’Offerta a Venere è un tema mitologico spesso trattato dall’artista ed è un ottimo pretesto per rappresentare una storia in cui femminilità e infanzia diventano protagonisti. Questa ricca composizione, ambientata in un paesaggio, presenta la Dea della natura, della bellezza femminile e dell’amore circondata dalle sue ninfe e da una moltitudine di piccoli amorini. Alcuni puttini hanno abbandonato la loro faretra per affaccendarsi nella raccolta delle mele, un’attività che rappresenta la prodigalità della terra, mentre altri giocano con una lepre, simbolo di fecondità.
Questo tema è già stato esplorato dall’artista in una tela della collezione Carlo Donzelli a Firenze1. Il gruppo dei bambini sprigiona una gioia di vivere che contrasta con il carattere malinconico delle ninfe e della dea. Quest’ambivalenza di sentimenti si ripresenta anche in altre due opere dell’artista, datate da Pilo assai tardivamente attorno al 1660. In esse si ritrova lo stesso tema e la scena è trattata con lo stesso horror vacui 2.
Le composizioni idealizzate del Carponi sono valorizzate dalla qualità cristallina della luce che mette in risalto accordi cromatici pieni e intensi declinati prevalentemente in rosa e malva. Il bassorilievo e il vaso antico, il lungo tendaggio rosso a sinistra e il dipanarsi della scena in un fregio in primo piano, rivelano la vena classica dello stile del Carpioni, ereditata durante il suo apprendistato presso il Padovanino (1588-1649) attorno agli anni ‘30 del XVII secolo.
Quest’opera nasce anche dagli studi approfonditi del ciclo dei Baccanali del giovane Tiziano (1488/90-1576). Questo ciclo si trovava in origine nella collezione di Alfonso d’Este a Ferrara, poi a Roma fino al 1638, anno in cui partì per la Spagna (oggi Madrid, Museo del Prado). Carpioni s’ispirò inoltre alle composizioni meno giocose del contemporaneo Nicolas Poussin (1594-1665) conosciute verosimilmente tramite le stampe di Pietro Testa (1611-1650).


Note
1- G. M. Pilo, Carpioni, Venezia 1961, p .97, fig. 130.
2- G. M. Pilo, Ibid., 1961, p. 104, fig. 113 e p. 98, fig. 124.