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Gian Francesco Bembo (Cremona c. 1480 - after 1543)

(Cremona 1480 ca - post 1543)

Ritratto di giovane donna con cane

Olio su tavola, 48.6 x 35.5 cm

  • PROVENIENZA
  • BIBLIOGRAFIA
  • MOSTRE
  • DESCRIZIONE

PROVENIENZA


Entrato nel 1669 nella collezione del Conte di Pembroke e Montgomery, Wilton House a Salisbury (secondo il catalogo della collezione del 1731, il quadro è un dono, insieme ad altri sette dipinti, del Granduca di Firenze Cosimo III de’ Medici (1642-1723) durante la sua visita a Wilton House nel 1669); asta [The Earl of Pembroke and Montgomery and the Lord Herbert], Christie’s, Londra, 22 giugno 1951, n. 16 (come “Correggio”); collezione privata; nel 1955, il dipinto viene esposto presso la galleria del mercante Paul Larsen a Londra (vedi Apollo, giugno 1955); collezione privata.

BIBLIOGRAFIA


- Carlo Gambarini, A Description of the Earl of Pembroke’s Pictures, Westminster, 1731, p. 91 (come « Antonio da Corregio »);
- Nevile R. Wilkinson, Wilton House Pictures Containing A Full and Complete Catalogue and Description of the Three Hundred and Twenty Paintings which are Now in the Possession of the Earl of Pembroke and Montgomery at his House […], 2 vol., Londra, 1907, I, p. 9, n. 32 (come « School of Antonio Allegri ( ?) »);
Apollo. The Magazine of the Arts for Connoisseurs and Collectors, giugno 1955, ripr. a colori sulla copertina, p. 177 (come “Quentin Massys”);
- Mina Gregori, Altobello e G. Francesco Bembo , 93, "Paragone", 93 (settembre 1957), p. 34, fig. 24 (come « Gian Francesco Bembo »);
- Mina Gregori, I Campi. Cultura artistica cremonese del Cinquecento, Milan, 1985, p. 102 ;
- Marco Tanzi, Il crepuscolo degli eccentrici a Cremona, "Prospettiva", 134-135 (2009), pp. 25, 48, nota 5.

DESCRIZIONE


Opera di confronto:
Dipinto:
Una replica (olio su tela) si trova nella collezione del duca di Northumberland a Alnwick Castle.
Vedi: R. Pallucchini - F. Rossi, Giovanni Cariani, Venezia, 1983, p. 345, V1 [come Cariani, poi Torbido]. G. Cirillo – G. Godi, Fra Parma e Piacenza, un itinerario di pittura cremonese nel territorio pallavicino, “Parma nell’arte”, I-II (1985), p. 21, nota 9 [come Bembo].

Questo affascinante ritratto rinascimentale è stato ricollocato nella sfera culturale artistica della Cremona del XVI secolo da Mina Gregori, già nel 1957.
Nel catalogo della collezione Pembroke (1731) il dipinto è dato a Correggio (1489 - 1534) ma, già all’inizio del XX secolo, questa attribuzione venne messa in discussione. Mina Gregori attribuì quest’opera al raro pittore cremonese Gian Francesco Bembo, collocandola dopo il 1520-25, ossia dopo il Ritratto d’uomo (Galeazzo Pallavicino?) del Museo di Belle Arti di Budapest1.
La tavola era già nella dimora di famiglia del conte di Pembroke, Wilton House, nella seconda metà del diciassettesimo secolo. Nel catalogo della collezione (1731) si trova infatti la seguente annotazione:
« The following Eight were a Present to Philip (the Father of Earl Thomas) from the Duke of Florence, who when Prince of Tuscany, had been with him at Wilton three or four weeks ». Ciò conferma che l’opera faceva parte di un gruppo di otto dipinti italiani donati dal Granduca di Toscana, Cosimo III de' Medici, durante il suo viaggio in Inghilterra nel 1669.
L’informazione relativa alla durata del soggiorno di Cosimo III a Wilton House, nella nota sopra citata, è però in contraddizione con il diario di viaggio redatto da Magalotti e pubblicato da Anna Maria Crinò2. La visita di Cosimo III a Wilton House, residenza dei Conti di Pembroke, durò infatti un solo giorno e avvenne su invito di Philip Herbert, V conte di Pembroke (1621-1669), padre di Thomas Herbert, VIII conte di Pembroke (1656-1733).
Probabilmente Cosimo III non aveva programmato tale visita e si trovava nella regione per recarsi a Stonehenge. La mattina successiva al suo arrivo andò presso il celebre sito archeologico prima di proseguire per Wilton House. Accolto da Philip Herbert, V conte di Pembroke, pranzò con il suo seguito, passeggiò nei magnifici giardini e ammirò i dipinti di Van Dyck, prima di tornare a Salisbury. In assenza di un documento d’archivio che faccia riferimento a questo prestigioso dono granducale, l’annotazione sopra citata viene riportata in ogni catalogo della collezione e possiamo quindi presumerne la veridicità.
La ricerca negli archivi medicei non ha dimostrato che il nostro Ritratto di giovane donna con cane facesse parte delle collezioni granducali, eppure questa è un'ipotesi seducente, poiché un documento recentemente riscoperto, conferma che Bembo soggiornò a Firenze nel 15093. Infatti, l'8 agosto 1509 firmò un contratto di affitto per una casa che condivideva con il pittore spagnolo Alonso Berruguete (ca 1488-1561). Il legame del nostro pittore con la capitale medicea è quindi molto concreto. Concreta è pure la sua conoscenza delle opere di Raffaello (1483-1520) che Bembo interpretò qui con una vena stilistica molto personale e anticlassica, in reazione ai ritratti del grande maestro fiorentino del Rinascimento.
Il nostro artista adotta in quest’opera una composizione moderna e mostra grande audacia nell’esecuzione. A una pennellata fluida e libera, usata nella descrizione del manto del cane, ne oppone una sobria e compatta con cui esegue l’incarnato e i capelli della giovane donna, le perle traslucide e il pizzo nero della velata camicia bianca.
All’elegante busto, raffigurato frontalmente, si contrappone il volto posto di tre quarti e sostenuto da uno sguardo intenso e profondo.
Le mani, disposte in una posa che riflette il tipico approccio geometrico del Bembo, sorreggono il cane e si perdono nel candido mantello dell’animale da compagnia. Gli ampi drappeggi della veste sono descritti attraverso due colori complementari, il verde e il rosso-rosato. La fortuna che questo ritratto ha ottenuto sul suolo inglese - sebbene l'identità del soggetto sia ancora un mistero - è attestata dall'esistenza di una replica, senza dubbio dipinta molto più tardi, che è conservata nella collezione dei Duchi di Northumberland nel Castello di Alnwick.

Note:
1- M. Gregori, I Campi. Cultura artistica cremonese del Cinquecento, Milano 1985, pp. 102, 104, n. 1.9.1. M. Tanzi, Il crepuscolo degli eccentrici a Cremona, “Prospettiva”, 134-135 (2009), pp. 25-51. Più recentemente, A. Natali, Berruguete, Bembo e i compagni fiorentini, in T. Mozzati – A. Natali (a cura di), Norma e Capriccio. Spagnoli in Italia agli esordi della “maniera moderna”, (cat. della mostra, Firenze, Galleria degli Uffizi, 5 marzo - 26 maggio 2013), pp. 56, 60, nota 27 e pp. 252-253 (nota di T. Mozzati).
2- A. M. Crinò (a cura di), Un principe di Toscana in Inghilterra e in Irlanda nel 1669. Relazione ufficiale del viaggio di Cosimo de’ Medici tratta dal « Giornale » di L. Magalotti, con gli acquarelli palatini, Roma 1968, pp. 37-41.
3- L. A. Waldman, Two foreign artists in Renaissance Florence : Alonso Berruguete and Gian Francesco Bembo, “Apollo”, 484 (2002), pp. 22-29.