Niccolò Cassana (Venezia 1659 - Londra 1713)
(Venezia, 1659 – Londra, 1713)
Ritratto di cuocoOlio su tela, 138 x 121 cm
- PROVENIENZA
- BIBLIOGRAFIA
- MOSTRE
- DESCRIZIONE
PROVENIENZA
Siena, Castello di Certaldo, Collezione Avvocato Sannini
BIBLIOGRAFIA
- Véronique Damian, in Portrait de Michael Sweerts et acquisitions récentes, Parigi, Galerie Canesso, 2006, pp. 24-27
- Raffaella Besta,in La cucina italiana. Cuoche a confronto , catalogo della mostra, Piero Boccardo (a cura di) Genova, Musei di Strada – Palazzo Bianco, 27 marzo –19 luglio 2015, pp. 96-99, scheda n. 13.
MOSTRE
- La cucina italiana. Cuoche a confronto, Piero Boccardo (a cura di), cat. mostra Genova, Musei di Strada Nuova – Palazzo Bianco, 27 marzo – 19 luglio 2015.
DESCRIZIONE
Niccolò Cassana nasce a Venezia nel 1659, come ci ricorda il suo biografo Ratti, eppure la sua tecnica pittorica tradisce una derivazione genovese (1). In effetti, la libertà pittorica e l’espressività che caratterizzano questo impressionante Ritratto di cuoco ricordano l’arte vivace ed irrequieta di Bernardo Strozzi (1581-1644), che si era recato a Venezia intorno al 1632-1633, trascinando sulla sua scia il padre di Niccolò, Giovanni Francesco (ca. 1620-1690), anch’egli pittore (2). Fu dunque la tradizione familiare – Niccolò si formò presso il padre – il tramite attraverso il quale il nostro pittore ereditò la cultura pittorica genovese. Niccolò si concentrò in particolare sul ritratto e dal 1683, all’età di ventiquattro anni, si fece conoscere dalla famiglia Medici inviando il suo Autoritratto (Firenze, Galleria degli Uffizi). Giusto Sustermans (1597-1681), il pittore ufficiale di corte, era morto due anni prima e Cassana sperava così di attirare l’attenzione di Ferdinando de’ Medici (1663-1713). Qualche anno più tardi riuscì nel suo intento grazie ad un incontro avvenuto a Venezia nel 1687.
In un articolo del 1974, Marco Chiarini ha studiato l’attività di Niccolò Cassana alla corte fiorentina, la quale non si limita ai ritratti ufficiali, ma include anche tre ritratti di cacciatori, dipinti per il Granduca Ferdinando, che si trovano ora divisi tra le riserve degli Uffizi e quelle della Villa della Petraia. Analizzando quelli degli Uffizi, il Cacciatore con un cane e il Cacciatore con un coniglio, entrambi mostrano caratteristiche comuni con il nostro Ritratto di cuoco: il legame con il naturalismo del XVII° secolo e il piacere realistico di mescolare l’arte del ritratto e quella della natura morta(3). La figura è collocata in un interno, davanti ad un muro in penombra. La tavolozza è giocata su tonalità sorde, come i bruni e i rossi- rosati, in opposizione ai bianchi luminosi e seducenti per la libertà di tocco. L’espressione viva dello sguardo, diretto verso l’esterno, traduce una vera tensione psicologica, così come la posa: certamente naturale, ma estremamente calibrata e studiata. Gli effetti della ricca materia, applicata generosamente anche sul viso, sono, a tratti, messi da parte per essere sostituiti da un tocco più delicato e leggero, come si nota sui capelli, dipinti in punta di pennello. Ai colpi di pennello, particolarmente svolazzanti nei bianchi delle maniche rimboccate e marcati nel cappello di pelliccia, risponde la tecnica più disciplinata e descrittiva nella resa del piumaggio del pollame.
La descrizione degli animali sulla destra è attenta e dettagliata: un magnifico tacchino dalle ali spiumate è appeso per le zampe al soffitto; sulla tavola si possono, invece, identificare un’anatra e un altro volatile, spiumato solo a metà, offerto allo sguardo in primo piano.
Questa attenzione alla natura morta, evidente anche nei ritratti dei cacciatori degli Uffizi, è confermata ugualmente nei suoi dipinti di fiori e frutta, da ricordare accanto ai dipinti di storia con animali – quest’ultima un’associazione propria della tradizione genovese di Grechetto (1609-1664) o di Pieter Boel (1622-1674) – e testimonia la versatilità del talento di Cassana (4). Anche il fratello di Niccolò, Giovanni Agostino (1658-1720), si era specializzato in scene di genere, quindi in nature morte e animali, a dimostrazione del comune interesse familiare per questi soggetti.
Nonostante, con tutta probabilità, il nostro dipinto non sia stato eseguito per i Medici, si sarebbe tentati di situare la sua esecuzione non lontano da quella dei due cacciatori degli Uffizi e quindi di inserirlo nel contesto della pittura narrativa in voga a Firenze a partire dagli anni venti del XVII° secolo. I personaggi che operavano per la Corte e legati all’arte culinaria si prestavano volentieri a fare da modelli. Nel 1634 lo stesso Sustermans aveva presentato un magnifico doppio ritratto di paesane che approvvigionavano di viveri e vettovaglie la cucina del Granduca (5). Più tardi Niccolò Cassana realizzò ancora un bel Ritratto di cuoca (Firenze, Galleria degli Uffizi), che, insieme alla Nana della Principessa Violante di Baviera (Firenze, Palazzo Pitti) vedrà scomparire la spontaneità degli impasti a favore dell’utilizzo di una materia liscia, percorsa da tonalità più chiare, che annunciano già il gusto internazionale caratteristico del XVIII° secolo (6).
Note:
1. C.G. Ratti, Delle Vite di pittori, scultori ed architetti genovesi, Genova, 1769, pp. 14-16: « tipo d'impasto e preparazione che indicano la sua origine genovese ».
2. Marco Chiarini, Niccolò Cassana Portraitist of the Florentine Court, in “Apollo”, Settembre 1974, pp. 234-239; Marco Chiarini, Niccolò Cassana, in Gli ultimi Medici. Il tardo barocco a Firenze, 1670-1749, catalogo della mostra Detroit, The Detroit Institute of Arts, 27 Marzo-2 Giugno 1974; Firenze, Palazzo Pitti, 28 Giugno-30 Settembre 1974, pp. 200-202; Marco Chiarini, Cassana, Niccolò, in Dizionario Biografico degli italiani, t. 21, Roma, pp. 434-436.
3. Gli Uffizi. Catalogo Generale, Firenze, 1980, schede di Silvia Meloni Trkulja, pp. 209-210, no P383 et P384.
4. L'inventario della collezione di Ferdinando (1714), pubblicato da Marco Chiarini (I quadri della collezione del Principe Ferdinando di Toscana, in “Paragone”, 301, 1975, pp. 57-98), cita numerosi dipinti di Niccolò Cassana, tra cui: p. 62, n° c. 4v: « Di Niccola Cassana un baccanale, ove vi è una femmina in atto di sonare il cembalo, e puto che balla, con adornam » ; p. 66, n° c. 9v : « Di mano di Niccola Cassana Isac e Rachele con più animali di cameli e pecore, con veduta di paese, con adornamento intagliato e tutto dorato » ; p. 75, n° c. 19r : « due quadretti in tela alti s. 17 ½, larghi br. 1 s. 2, per ciascuno dipintovi di mano di Niccola Cassana, in uno frutte diverse, e nell'altro fiori di più sorte sopra di un pilastro ».
5. Cfr. Lisa Goldenberg Stoppato, Un granduca e il suo ritrattista. Cosimo III de’ Medici e la « stanza de’ quadri » di Giusto Sustermans, catalogo della mostra Firenze, Palazzo Pitti, Galleria Palatina, 16 Giugno-22 Ottobre 2006, pp. 48-49, n° 13.
6. Marco Chiarini, op.cit., nota 2, catalogo della mostra 1974, pp. 202-203, n. 113-114.