next prev

Camillo Mainardi Gazzuolo (Mantova), tra 1544 e il 1549 – Castiglione, 16081608

(Gazzuolo (Mantova), tra 1544 e il 1549 – Castiglione, 1608)

Amore castigato (Marte che fustiga Amore inseguito da una Furia)

Olio su tavola, cm 43 x 34.

  • PROVENIENZA
  • BIBLIOGRAFIA
  • MOSTRE
  • DESCRIZIONE

Fig. 1

PROVENIENZA


Francia, collezione privata.

BIBLIOGRAFIA


- Chiara Naldi, in Cinquecento sacro e profano. Una selezione di dipinti italiani del XVI secolo, Galleria Canesso, Lugano, 2013, pp. 30-34;
- Camillo Botturi, “Notizie del pittore Camillo Mainardi e della sua famiglia alla luce di nuovi documenti”, Civiltà Mantovana, 141, 2016, pp. 61-75 (Camillo Mainardi [?]).

MOSTRE


La Bellezza e la Bruttezza nel Rinascimento: Natura e Artificio, Milano, Palazzo Reale, 25 febbraio – 25 giugno 2023 (prossimamente).
 

DESCRIZIONE


Opere di confronto:
Disegno a penna, Copenaghen, Statens Museum for Kunst, inv. 11814, 309 x 210 mm raffigurante Marte che fustiga Amore inseguito da una furia firmato “Camilo mantuan” in basso a destra1.

Questo affascinante olio su tavola è strettamente correlato ad un disegno (fig. 1) che reca un’antica iscrizione «Camilo mantuan» (Statens Museum for Kunst, Copenaghen), da cui proviene buona parte della composizione. “Camilo mantuan” è identificato oggi nel pittore mantovano Camillo Mainardi.
Nel personaggio maschile di spalle con elmo e armatura è possibile identificare Marte, in atto di castigare con un flagello Amore, il quale, legato ed inginocchiato ai suoi piedi, è colpevole di averlo fatto innamorare di Venere. A terra giacciono le piume strappate dalle ali variopinte di Cupido, insieme ad arco e frecce spezzati. Marte è tormentato da una mostruosa figura femminile alata e anguicrinita, con panneggi svolazzanti e ali multicolori, una possibile allegoria dell’Invidia o della gelosia. Rispetto al disegno, nel dipinto è stata eliminata l’architettura sullo sfondo ed è apparsa una figura femminile nuda, probabilmente Venere, con le mani legate e in atteggiamento sottomesso, soggetto del desiderio. Di nessuno dei personaggi riusciamo a cogliere lo sguardo, se non nella Furia, che però è accecata, come lo è la mente di Marte in atto di compiere il gesto efferato. Sul muro, sopra Venere, è apposto un cartello nel quale riusciamo a discernere la scritta: “COMUTATIS IN/ FERRI...MAG...FULMINAT...”, possibile allusione all’amore che aggioga e mette ai ferri. Accartocciato fra i piedi di Marte, invece, un foglio reca l’iscrizione: “OMNIA VINCIT/ AMOR/ (E)T NOS CEDAMUS/ AMORI” (da Virgilio, Bucoliche, X, 69) che è contradetta qui dall’azione furiosa e disperata di Marte.
La committenza doveva essere colta e sofisticata per richiedere un tema tanto peculiare e rispondente ad una iconografia di non così evidente decodificazione.
Il nostro pittore fu attivo presso la famiglia Gonzaga, in primo luogo presso Orazio Gonzaga (1545-1587), dal 1576 fino al 1585, per il suo palazzo di Solferino, e in seguito da Guglielmo Gonzaga (1538-1587) duca di Mantova, per il quale decorò alcune sale del suo palazzo di Goito, dal 1586 al 1587. All’inizio del 1597, lo troviamo impegnato al servizio della contessa Giulia Gambara a Brescia.
La tavola conserva un chiaro sapore manierista nella scelta dei colori accesi e cangianti e nelle forme tortuose, pare quindi plausibile una datazione al tardo XVI secolo.

Note :
1-Sergio Marinelli, per primo, ha suggerito il nome dell’artista Camillo Mainardi partendo dall’iscrizione « Camillo mantouan » posta sul disegno; vedi S. Marinelli, La pittura a Mantova nell’età di Guglielmo, in S. Marinelli (a cura di), Manierismo a Mantova. La pittura da Giulio Romano all’età di Rubens, Cinisello Balsamo, Milano 1998, pp. 88, 92, fig. 30, 107, nota 22.
Giovanni Agosti ha pensato piuttosto che si potrebbe trattare di Camillo Capelli, un pittore attivo tra il 1514 e il 1568 a Mantova, poi a Venezia, dove ha collaborato con Giuseppe Porta, prima della sua morte nel 1568 ; vedi G. Agosti, Disegni del Rinascimento in Valpadana, Firenze 2001, p. 416.