- PROVENIENZA
- BIBLIOGRAFIA
- MOSTRE
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PROVENIENZA
Francia, collezione privata.
BIBLIOGRAFIA
Emilio Negro, Nicosetta Roio, Alessandro Marchesini 1663-1738, Modena, 2010, p. 14.
DESCRIZIONE
L’episodio mitologico dipinto da Dorigny è quello di Pan e Siringa, raccontato da Ovidio nelle Metamorfosi (I, 691). Il poeta latino situa l’azione in Arcadia, dove la ninfa Siringa, vive abituata a eludere “le insidie dei Satiri e di tutti gli altri dei che vivono nell’ombra dei boschi o nel rigoglio dei campi”. Rincorsa dal satiro Pan, quando egli “credeva d’aver ghermito ormai Siringa”, priva di possibilità di fuga, Siringa riesce a raggiungere il fiume Ladone invocando “le sorelle dell’acqua di mutarle forma”. Alla sua trasformazione fanno riferimento le canne in primo piano che simboleggiano il suo destino e le sue sembianze finali.
La composizione mossa e dinamica mostra la tendenza alla spettacolarità tipica del pittore e dell’epoca. Lo slancio verticale della figura femminile ricorda il celeberrimo gruppo scultoreo di Apollo e Dafne di Bernini che ha per oggetto un’altra metamorfosi ovidiana dalla trama non dissimile da quella dipinta dal pittore francese. Come lo scultore, anche Dorigny dipinge il momento esatto in cui Pan afferra Siringa sbilanciandola all’indietro, frenando la fuga della ninfa con la sua grande mano sinistra, molto evidente sul drappo giallo a pieghe spezzate che avvolge la giovane. Siringa sta per mutare forma per tramutarsi in canne come quelle che si vedono fitte intorno ai suoi piedi e che iniziano a circondare, come una protezione, il suo intero corpo. L’equilibrio cromatico della composizione si deve al nettissimo contrasto tra la carnagione lattea della ninfa e quella bruna del suo persecutore che quasi si confonde con lo sfondo. La tunica bianca di tessuto leggero lascia in parte scoperto il corpo di lei sottolineando il carattere erotico della vicenda espresso anche dallo sguardo famelico di Pan convinto di aver quasi raggiungo il suo scopo. Ma sbaglia: senza che lui ne abbia il minimo sospetto, Siringa sta per sfuggirgli…
La figura della ninfa con lo sguardo implorante rivolto verso l’alto, la bocca socchiusa e le braccia aperte in un gesto d’impotenza, ricordano da vicino la Susanna dipinta da Dorigny nel 1693 nella scena con Daniele che scagiona Susanna per una delle lunette nella cappella dei Notai del palazzo della Ragione di Verona1.
Cresciuto in una famiglia di artisti, Louis Dorigny è figlio del pittore Michel (1617-1665) e di una delle figlie di Simon Vouet (1590-1649); anche il fratello, Nicolas Dorigny (1658-1746), era pittore e incisore. La sua prima formazione avviene presso il padre e poi presso Charles Le Brun (1619-1690)2. Giovanissimo, Louis si presenta all’Académie royale de peinture et de sculpture de Paris e nonostante sia ammesso, deluso d’aver ricevuto soltanto il secondo premio, parte per Roma dove è documentato tra il 1672 e il 1676. Una lunga peregrinazione lo portò da Roma verso il Nord Italia a Gubbio, Foligno, Livorno e Venezia. In Laguna si sposa, nel 1683, e vive per diversi anni prima di stabilirsi definitivamente a Verona intorno al 1690. Nella città scaligera Dorigny lavora alla decorazione della residenza del mercante Giovanni Leoni Montanari e, insieme ad Alessandro Marchesini e altri pittori, alla campagna decorativa della Chiesa di San Niccolo.
Nel 1704, trascorre un anno presso la sua famiglia a Parigi e durante il viaggio di ritorno si reca a Napoli (nel 1706), dove incontra Francesco Solimena (1657-1747). Dopo il suo ritorno a Verona, ormai pittore affermato, è chiamato a Vienna nel 1711 per partecipare alla decorazione del palazzo del principe Eugenio di Savoia. Artista esperto nella realizzazione di affreschi, la sua produzione fu abbondante, anche se oggi in parte distrutta.
Note:
[1] Paola Marini (a cura di), Louis Dorigny 1654-1742. Un pittore della corte francese a Verona, catalogo della mostra (Verona, Museo di Castelvecchio, Sala Goggian, 28 giugno – 2 novembre 2003), pp. 100-101, n. 5.
[2] Si veda la biografia commentata da Stéphane Loire, Antoine-Joseph Dezallier d’Argenville, biographie de Louis Dorigny, in «Verona illustrata», 20, 2007, pp. 67-86.