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Gioacchino Assereto (1600 - Gênes 1649)

(Genova, 1600-1649)

Giuseppe venduto dai fratelli

Olio su tela, 151 x 194 cm  

  • PROVENIENZA
  • BIBLIOGRAFIA
  • MOSTRE
  • DESCRIZIONE

PROVENIENZA


Genova, collezione Aldo Zerbone

BIBLIOGRAFIA


- Lilli Ghio Vallarino, in Genova nell’Età Barocca, Ezia Gavazza – Giovanna Rotondi Terminiello (a cura di), catalogo della mostra, Genova, Galleria Nazionale di Palazzo Spinola, Galleria di Palazzo Reale, 2 maggio – 26 luglio 1992, pp. 91-92, n. 5;
- Giovanna Rotondi Terminiello, “Pittori e committenti per una nuova immagine” in Genova nell’Età Barocca, catalogo della mostra, Genova, Galleria Nazionale di Palazzo Spinola, Galleria di Palazzo Reale, 2 maggio – 26 luglio 1992, p. 54;
- Tiziana Zennaro, L’attività giovanile di Gioacchino Assereto e la cultura artistica a Genova tra il secondo e il terzo decennio del Seicento, tesi di specializzazione, Università degli Studi di Siena, Scuola di Specializzazione in Archeologia e Storia dell’Arte, direttore di ricerca Giuseppe Cantelli, a. a. 1992-1993, p. 162, n. 43, ripr.;
- Gelsomina Spione, in La Pinacoteca dei Cappuccini a Voltaggio, Fulvio Cervini – Carlenrica Spantigati (a cura di), Alessandria, Cassa di Risparmio, 2001, p. 107;
- Gelsomina Spione, in Le chiavi del Paradiso. I tesori dei Cappuccini della provincia di Genova, catalogo mostra, Milano, Museo dei Beni Culturali Cappuccini, 28 marzo – 28 luglio 2003, p. 106;
- Chiara de Capoa, Episodi e personaggi dell’Antico Testamento, Milano, 2003, pp. 134-135;
- Tiziana Zennaro, Gioacchino Assereto (1600-1650) e i pittori della sua scuola, 2 voll., Soncino, 2011, 1, p. 146, fig. LX, pp. 366-367, n. A97;
- Franco Boggero, in La forma della meraviglia. Capolavori a Genova 1600-1750, Jonathan Bober-Piero Boccardo-Franco Boggero, (a cura di), Genova, Palazzo Ducale, 27 marzo – 10 luglio 2022, pp. 40-41, n. 10.

 

MOSTRE


- Genova nell’Età Barocca, Ezia Gavazza – Giovanna Rotondi Terminiello (a cura di), cat. della mostra, Genova, Galleria Nazionale di Palazzo Spinola, Galleria di Palazzo Reale, 2 maggio – 26 luglio 1992.
- La forma della meraviglia. Capolavori a Genova 1600-1750, Jonathan Bober-Piero Boccardo-Franco Boggero, (a cura di), Genova, Palazzo Ducale, 27 marzo – 10 luglio 2022.

 

DESCRIZIONE




Dipinta energicamente e avvolta da un chiaroscuro naturalistico tanto caro al pittore genovese, questa grande composizione, dominata dai toni bruni e intensi, rappresenta un dramma al suo apice: Giuseppe, figlio prediletto di Giacobbe, viene venduto dai suoi fratelli a una carovana di mercanti Ismaeliti in viaggio verso l’Egitto (Genesi, 37: 12-28).
Giuseppe, ancora bambino, è vittima delle congiure dei suoi fratelli gelosi. Come ultima vendetta i fratelli, dopo averlo svestito dalla sua tunica e imprigionato in una cisterna, lo vendono mandandolo lontano dalla casa paterna.
La scena si svolge attorno ad un tavolo improvvisato e la gestualità delle mani esprime la cupidigia e l’indifferenza degli adulti di fronte a questa tratta umana.
Il piccolo Giuseppe, ignorato delle altre figure ma enfatizzato da un vibrante fascio di luce e già diventato proprietà dei mercanti, volge il capo per asciugare le lacrime senza esteriorizzare in altro modo la sua tristezza. A sinistra i fratelli insensibili puntano con avidità lo sguardo sul loro guadagno.

Le pennellate rapide che descrivono i vestiti e i copricapi esotici danno corpo e struttura alla materia pittorica: Roberto Longhi non ha esitato a paragonare Gioacchino Assereto a Vélasquez (1599-1660), suo contemporaneo spagnolo. Il cammello rappresentato sullo sfondo colloca definitivamente questa scena all’interno di una carovana di mercanti.
Tiziana Zennaro data la nostra opera agli inizi degli anni Quaranta del XVII secolo. Si tratta dunque di un’opera della piena maturità dell’artista, scomparso prematuramente nel 1649. 
Non mancano numerosi confronti con sue opere dello stesso periodo: è sufficiente citare La corona di spine di Palazzo Bianco a Genova, sia per la simmetria della composizione che per l’intensità del soggetto, che, per lo stesso motivo, L’incontro di Davide e Abigail (Genova, collezione privata).1
Qui l’artista ha indubbiamente scelto una scala cromatica ridotta per adattarsi all’atmosfera cupa di questa tragedia familiare ispirata all’Antico Testamento.
L’inquadratura serrata con i personaggi a mezzo busto e la gestualità espressiva sono caratteristiche stilistiche del nostro artista. Assereto utilizza in quest’opera un barocco silenzioso, anziché spettacolare, in accordo con il dolore contenuto del piccolo Giuseppe.
La recente monografia sul pittore, formatosi nelle botteghe di Luciano Borzone (1590-1645) e di Andrea Ansaldo (1584-1638), ricolloca Assereto al giusto posto fra i pittori europei più significativi del XVII secolo. Il suo naturalismo non ha nulla da invidiare a quello di Matthias Stomer (1600 ca. – post. 1650) o di Gerrit van Honthorst (1590-1656).

Note
1- Tiziana Zennaro, Gioacchino Assereto (1600-1650) e i pittori della sua scuola, 2 voll., Soncino, 2011, 1, p. 367, A98 e p. 357, A 89.