Vincenzo Gemito (Naples Naples, 1852 - 1929)
(Napoli, 1852 - 1929)
Ritratto di Mathilde Duffaud, 1872Terra cotta dipinta, h. 55 cm. Firmato e datato sul retro della spalla: “GEMITO / 1872”
- PROVENIENZA
- BIBLIOGRAFIA
- MOSTRE
- DESCRIZIONE
PROVENIENZA
Napoli, antiquario Duhamel (?); Londra, collezione privata; vendita Sotheby’s, Londra, 3 luglio 2012, lotto 186; Monte Carlo, collezione privata.
BIBLIOGRAFIA
-- T. Casola, in C. Virno – M. Carrera (a cura di), Gemito, Mancini e il loro ambiente. Opere giovanili, (catalogo della mostra, Roma, Palazzo Antonelli, 19 maggio – 16 giugno 2017), p. 37, 90-91, n. 7;
- F. Mazzocca - L. Martorelli (a cura di), Da De Nittis a Gemito. I napoletani a Parigi negli anni dell’Impressionismo, (catalogo della mostra, Napoli, Gallerie d’Italia - Palazzo Zevallos Stigliano, 6 dicembre 2017 - 8 aprile 2018), p. 170.
MOSTRE
- Gemito, Mancini e il loro ambiente. Opere giovanili, Roma, Palazzo Antonelli, 19 maggio – 16 giugno 2017 ;
- Da De Nittis a Gemito, I napoletani a Parigi negli anni dell’Impressionismo, Napoli, Gallerie d’Italia - Palazzo Zevallos Stigliano, 6 dicembre 2017 – 8 aprile 2018;
- Gemito, Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte, 19 marzo – 14 giugno 2020.
DESCRIZIONE
Questa rara terracotta di Vincenzo Gemito rappresenta il suo primo grande amore, la sua musa Mathilde Duffaud (circa 1843 - 1881), una francese che incontrò nel 1872. Questa giovane donna, arrivata a Napoli nel 1870, si era stabilita presso l’antiquario Duhamel, sulla collina di Capodimonte e faceva la modella per gli artisti. Dopo un paio d’anni lasciò Duhamel per trasferirsi da Gemito. Il giovane artista fece numerosi disegni di Mathilde, una terracotta a figura intera (collezione privata) e un bronzo, Testa di Mathilde su un cuscino (Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte)1. Tra il 1877 e il 1880 i due vissero a Parigi e resteranno insieme fino alla morte prematura di Mathilde nel 1881.
L’argilla è la materia preferita di Gemito, quella che traduce meglio l’immediatezza del suo gesto artistico. Lo scultore eccelle nella rappresentazione del volto umano e nella resa delle espressioni spesso melanconiche. Il ritratto è sicuramente il genere che lo contraddistingue e che ha praticato fino alla fine della sua vita. Il suo operato conta poche terrecotte originali. La nostra scultura è molto vicina tecnicamente alle prime opere dell’artista come ad esempio La giovane ragazza velata e Il ragazzo moro del Museo di San Martino a Napoli, sculture che testimoniano il suo talento precoce.
Nel 1872, data nella quale realizzò il Ritratto di Mathilde, Gemito ha appena vent’anni. In questo busto ci mostra la sua abilità nel rendere la fisionomia dell’amata, lasciando alcune parti solo abbozzate – si possono infatti ancora leggere le sue impronte digitali – ed altre estremamente definite fin nei più piccoli dettagli – come negli orecchini e nel ciondolo.
Note :
1 – J.L. Champion (a cura di), Gemito. Le sculpteur de l’âme napolitaine, (catalogo della mostra, Petit Palais, musée des Beaux-Arts de la ville de Paris, 15 ottobre 2019 – 26 gennaio 2020; Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte, 19 marzo – 14 giugno 2020, p. 16, fig. 3, p. 71, fig. 13, pp. 83-85.