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Enrico Scuri

(Bergame, 1806 - 1884)

Assunzione della Vergine, studio preparatorio per gli affreschi della cupola di Santa Maria delle Grazie a Bergamo

Olio su tela, diametro 200 cm, 1863

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PROVENANCE


Bergamo, eredi Scuri Galizzi.

LITERATURE


-  Esposizione di Belle Arti dell’Accademia Carrara, 1884, p. 13;
-  G. Toffetti, Enrico Scuri, in «Bergomum», n. 3, 1936, p. 144;
-  R. Mangili, Enrico Scuri, Milano, 2002, pp. 220-221, n. I/156.

DESCRIPTION


NEL 1863, ENRICO SCURI RICEVE IL PRESTIGIOSO INCARICO di affrescare la cupola della chiesa bergamasca di Santa Maria delle Grazie. Per le dimensioni e il numero di figure, questo è il più impegnativo lavoro affrontato dal pittore. Oltre una balconata in trompe l’oeil che continua il reale tamburo della cupola, una folla di angeli in volo o adagiati su nuvole rosa-arancio festeggia l’assunzione di Maria. Disposti su cerchi concentrici stanno santi, profeti e patriarchi. Preparato con studi grafici, modellini tridimensionali e con questo grande modello policromo, l’affresco fu portato a termine nel 1867. Nonostante il restauro della cupola, avvenuto un secolo dopo la sua realizzazione nel 1969, diversi dettagli si sono perduti a causa di problemi murari e oggi la loro qualità è apprezzabile solo grazie al modello ad olio qui presentato.
Il grande bozzetto colpisce per la particolarità dell’oggetto: è assolutamente raro infatti trovare uno studio preparatorio così rifinito e di dimensioni tanto ampie, probabilmente il modello definitivo da presentare ai committenti. L’efficacia dell’illusione prospettica, pensata per la volta della cupola bergamasca, crea uno straniante effetto di profondità anche nella bidimensionalità della tela. Alle spalle dei quattro gruppi di angeli, impegnati a sistemare un grande drappo di velluto rosso e ricche ghirlande di fiori sulla balaustra, si apre una spirale di nubi luminose che guidano lo spettatore verso l’unica fonte di luce, al centro della composizione. Il grande tondo, espressione di una cultura che affonda le sue radici nell’estetica Settecentesca, risulta suggestivo anche per la tavolozza brillante e tutta giocata sulle tonalità calde.
Nato a Bergamo nel 1806, Enrico Carlo Augusto Scuri comincia a frequentare la Scuola di Pittura dell’Accademia Carrara a soli tredici anni. A ventidue espone per la prima volta un suo dipinto a Milano, alla mostra annuale dell’Accademia di Brera del 1828. Dopo gli studi, comincia a collaborare con Giuseppe Diotti (1779-1846), suo maestro e primo direttore dell’Accademia Carrara, fino a essere scelto dallo stesso Diotti per sostituirlo nell’incarico di affrescare la cupola della chiesa dell’Incoronata di Lodi. Nel 1839, per i suoi meriti di pittore di storia, è nominato “socio d’arte” dell’Accademia braidense dove Francesco Hayez già occupava una posizione di rilievo. Quando nel 1841 Diotti, malato, lascia la cattedra di Pittura dell’Accademia bergamasca, è l’allievo Enrico Scuri a sostituirlo. Cinque anni più tardi il nostro pittore è nominato direttore dell’istituzione che lo aveva formato. Nel 1862 arriva la nomina a “socio onorario” dell’Accademia meneghina e l’anno successivo la prestigiosa commissione per la cupola della chiesa delle Grazie a Bergamo.