Pier Francesco Mola
(Coldrerio, 1612 – Roma, 1666)
Ritratto di giovane in abiti rinascimentaliOlio su tela, 56,3 x 48,2 cm. 1650-1660 ca.
- PROVENIENZA
- BIBLIOGRAFIA
- MOSTRE
- DESCRIZIONE
PROVENIENZA
Nel 1984, Parigi, Giorgio Balboni; 1986, Lugano, Bruno Scardeoni; Lugano, collezione privata.
BIBLIOGRAFIA
- Jean Genty, Pier Francesco Mola nelle collezioni private svizzere, catalogo della mostra (Lugano, Bruno Scardeoni antiquario, 10 maggio – 7 giugno 1986), Lugano 1986, pp. 28-29;
- Mario di Giampaolo, Seicento tra Lombardia e canton Ticino. Pier Francesco Mola, il tenebroso paesaggista di Coldredrio [recensione della mostra Lugano, Galleria Scardeoni], «Antiquariato», n. 71, maggio 1986, p. 24 (con immagine);
- Francesco Petrucci, Lucia Piu in Mola e il suo tempo. Pittura di figura a Roma dalla Collezione Koelliker, a cura di Francesco Petrucci, catalogo della mostra (Ariccia, Palazzo Chigi, 22 gennaio – 23 aprile 2005), Milano 2005, p. 243, n. 63;
- Laura Damiani Cabrini, Omaggio a Pier Francesco Mola (1612-1666) nel quarto centenario della nascita, dépliant della mostra (Rancate, Canton Ticino, 1° aprile 2012 – 13 gennaio 2013);
- Francesco Petrucci, Pier Francesco Mola (1612 – 1666). Materia e colore nella pittura del ‘600, Roma 2012, p. 247, n. A17.
MOSTRE
- Pier Francesco Mola nelle collezioni private svizzere, Lugano, Bruno Scardeoni antiquario, 10 maggio – 7 giugno 1986;
- Omaggio a Pier Francesco Mola (1612-1666) nel quarto centenario della nascita, Rancate (Canton Ticino), 1° aprile 2012 – 13 gennaio 2013.
DESCRIZIONE
Dipinto energicamente, quasi come se si trattasse di uno schizzo, questo ritratto di tre quarti di un giovane con lo sguardo rivolto sopra la spalla, ci sorprende con una composizione inconsueta. Il colletto arricciato della camicia e l’ampio drappo anticheggiante color zafferano che gli copre le spalle danno un carattere neo-rinascimentale a questo ritratto, eseguito invece poco dopo la metà del Seicento. Incorniciato di boccoli biondi e animato da grandi occhi a mandorla seminascosti dalla penombra, il viso del ragazzo si staglia su un cielo azzurro attraversato da nuvole perlacee con tocchi di rosa mentre, a sinistra, il tronco di un albero fa da quinta alla scena.
Quando il dipinto è stato esposto per la prima volta, a Lugano nel 1986, l’autore della scheda già notava come la cromia del cielo rifletta l’influenza dei maestri veneziani che Mola conosceva molto bene, avendo soggiornato a più riprese a Venezia. La luce è concentrata sulla guancia destra e sul naso del giovane, oltre che sul primo piano, occupato dalla spalla destra del ragazzo. Un’atmosfera onirica e senza tempo avvolge questa figura nel mistero.
Questo ritratto, realizzato con pennellate impetuose, riapparve nel 1986 presso la galleria Scardeoni di Lugano, prima di entrare a far parte del catalogo delle opere dell’artista (Petrucci, 2005, 2012). L’autore del catalogo dedicato a Pier Francesco Mola dalla galleria Scardeoni non manca di menzionare le affinità della composizione con altre opere dell’artista, in particolare il Ragazzo con una colomba di Toronto (Art Gallery of Ontario), anch’egli abbigliato alla rinascimentale, scelta più volte ripetuta dal pittore. L’espressione dei grandi occhi, il volto pieno, si ritrovano anche nell’affascinante Bacco della Galleria Spada a Roma.
Come sottolinea Petrucci, un’iconografia come questa, spesso citata dagli inventari antichi, non permette di rintracciare con certezza la provenienza della nostra tela, tenuto conto della frequente imprecisione nell’annotazione delle dimensioni e delle descrizioni stesse dei soggetti che rendono complessi i riscontri archivistici1. Soltanto una citazione nota – «Un ragazzo del Mola di 2 per alto» – nell’inventario della collezione di Filippo II Colonna nel 17832, potrebbe corrispondere per soggetto e dimensioni.
L’autore del catalogo della mostra di Lugano datava il ritratto attorno al 1655 mentre Francesco Petrucci lo colloca in un più ampio arco cronologico, tra il 1650 e il 1660 circa, poco dopo il definitivo rientro di Mola da Roma nel 1649. In questa fase di piena maturità, il pittore è particolarmente attratto dalla figura umana e da una maniera fluida e molto rapida, quasi abbreviata, di dipingere, di cui il nostro Ritratto di giovane è un esempio eloquente.
Figlio di un architetto attivo anche come pittore, Pier Francesco Mola è originario del Canton Ticino ma la sua famiglia si trasferisce a Roma nel 1613, quando lui ha solo un anno. Dopo un breve apprendistato presso Prospero Orsi (1565/70-1635), anch’egli ticinese, nella seconda metà degli anni Venti, Mola passò alla bottega del Cavalier d’Arpino (1568-1640). Intorno al 1634, la critica ha ipotizzato un suo primo viaggio a Venezia. Mola è documentato comunque a Roma fino al 1637 prima di intraprendere, tra il 1638 e il 1647, diversi altri viaggi in Italia. Tra il 1638 e il 1640, Francesco Petrucci suggerisce di collocare un periodo di formazione nella bottega dell’Albani (1578-1660). Tra il 1641 e il 1642 Mola torna nella natia Coldrerio ed è documentato a Venezia nel 1644, probabilmente al seguito di Guercino (1591-1666), nella bottega del quale si sarebbe trovato in quel periodo. In ogni caso, una forte influenza guercinesca è chiaramente percepibile nella sua opera nei primi anni Quaranta. Nel 1648 si stabilisce definitivamente a Roma dove riscuote grande successo, dipingendo anche a fresco per le grandi famiglie romane (in particolare a Palazzo Costaguti). Tra il 1653 e il 1656, lavora sotto la guida di Pietro da Cortona (1596-1669) alla decorazione della chiesa di San Marco, commissionata da Niccolò Sagredo, ambasciatore veneziano a Roma. Intorno al 1658-1659, Pier Francesco Mola diventa il pittore ufficiale del principe Pamphilj, consolidando la sua presenza a Roma fino ad essere eletto principe dell’Accademia di San Luca nel 1662, pochi anni prima della sua morte nel 1666.
Note:
1- Francesco Petrucci, Pier Francesco Mola (1612 – 1666). Materia e colore nella pittura del ‘600, Roma, 2012, p. 247, al n. A17.
2 - Eduard A. Safarik, Collezione dei dipinti Colonna. Inventari 1611-1795 / The Colonna Collection of Paintings. Inventories 1611 – 1795, The Provenance Index of the Getty Art History Information Program, New Providence-London-Paris, 1996, p. 668.