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Lambert SUSTRIS

(Amsterdam ?, 1510-1515 circa - ?, prima del 1568)

Il Battesimo di Cristo

Olio su tela. 95 x 153 cm 1540-1545 circa

  • PROVENIENZA
  • BIBLIOGRAFIA
  • MOSTRE
  • DESCRIZIONE

PROVENIENZA


Digione, collezione privata; nel 1969, Monaco, Galerie Julius Böhler; 1981, Lucerne, galerie Böhler & Steinmeyer ; dal 1981, Austria, collezione privata, per via ereditaria agli attuali proprietari.

BIBLIOGRAFIA


- The Burlington Magazine 1969, senza numeri di pagine [2 pp.], pl. XXIII;
- Gemälde Alter Meister Plastiken zeichnungen kunstgewerbe, catalogo della mostra (Monaco, Galerie Julius Böhler, ottobre-novembre 1973), Monaco, Galerie Julius Böhler, 1973, p. 6 cat. 8, ill;
- Luciana Crosato Larcher, Un nuovo ‘Battesimo di Cristo’ di Lamberto Sustris, in «Arte Veneta», XXVII, 1974, pp. 241-244;
- Vittorio Sgarbi, Giovanni De’Mio, Bonifacio de’Pitati, Lamberto Sustris: indicazioni sul primo tempo del manierismo nel Veneto, in «Arte Veneta», XXXV, 1981, pp. 58, 61 nota 36;
- Rodolfo Pallucchini, Note carianesche, in «Arte Veneta», vol. XXXVI, 1982, p. 195 fig. 5, p. 196;
- Mauro Lucco, Il Cinquecento (parte seconda), in Le Pitture del Santo a Padova, a cura di Camillo Semenzato, Vicenza, Neri Pozza Editore, 1984, p. 170;
- Bert W. Meijer, Over van Scorel in Venetïe en het vroege werk van Lambert Sustris, in «Oud Holland», vol. CVI, n. 1, 1992, p. 9 fig. 15, pp. 10, 14-15, p. 18 nota 30;
- Bert W. Meijer, Piero and the North, in «Studies in the History of Art», vol. 48, 1995, p. 154, p. 159 nota 66;
- Robert Echols, Tintoretto, Christ at the Sea of Galilee and the Unknown Later Career of Lambert Sustris, in «Venezia Cinquecento», vol. XII, 1996, p. 99;
- Angela Tamvaki, Lambert Sustris and El Greco, in El Greco in Italy and Italian Art Symposium, catalogo della mostra, Rethymno, Creta, 22-24 settembre 1995, Rethymno, University of Crete, 1999, p. 391;
- Irina Artemieva, La “Sommersione del faraone” di Lambert Sustris, in «Arte Veneta», LX, 2003, p. 147;
- Mauro Lucco in Le Ceneri Violette di Giorgione: Natura e Maniera tra Tiziano e Caravaggio, catalogo della mostra, Mantova, Palazzo Te, 5 settembre 2004 – 9 gennaio 2005, Milano, Skira, 2004, p. 49, pp. 248-249, cat. 78, ill.;
- Peter Humfrey, After Giorgione Mantua (Exhibition Review), in «The Burlington Magazine», vol. CXLVI, n. 1220, novembre 2004, p. 783 e fig. 95;
- Vincenzo Mancini, Lambert Sustris e la decorazione ad affresco a Villa dei Vescovi. Sulle tracce di Lambert Sustris tra Padova e l’Europa, in Villa dei Vescovi, a cura di Lucia Borromeo Dina, Vicenza, In Edibus, 2012, pp. 58-59, ill.;
- Benjamin Couilleaux in Lambert Sustris Un artiste de la Renaissance entre Venise et l’Allemagne, catalogo della mostra, Caen, Musée des Beaux-Arts, 18 novembre 2017 – 4 marzo 2018, Caen, Musée des Beaux-Arts / Illustria, 2017, pp. 37-39, 42, cat. 6, ill.;
- Benjamin Couilleaux, Lambert Sustris: biographie, fortune critique et catalogue raisonné, tesi di dottorato, tutor Michel Hochmann, Parigi, École Pratique des Hautes Études, 2021, vol. I, pp. 57-58, 201-203, cat. PA 21 ; vol. II, ill. cat. PA 21 (non pubblicato).
 

MOSTRE


- Gemälde Alter Meister Plastiken zeichnungen kunstgewerbe, Monaco, Galerie Julius Böhler, ottobre – novembre 1973, cat. 8;
- Le Ceneri Violette di Giorgione: Natura e Maniera tra Tiziano e Caravaggio, Mantova, Palazzo Te, 5 settembre 2004 – 9 gennaio 2005, cat. 78;
- Londra, Galerie Colnaghi, 2014, senza catalogo;
- Lambert Sustris Un artiste de la Renaissance entre Venise et l’Allemagne, Caen, Musée des Beaux-Arts, 18 novembre 2017 – 4 marzo 2018, cat. 6.

 

DESCRIZIONE


Opere di confronto
Altre versioni
Lambert Sustris, Il Battesimo di Cristo, 1548-1553 circa, olio su tela, 228x78 cm, ubicazione ignota;
Lambert Sustris, Il Battesimo di Cristo, 1552-1553 circa, firmato su una pietra, ai piedi di San Giovanni Battista «Lambertus de Amsterdam», olio su tela, 129,4x236 cm, Caen, Musée des Beaux-Arts, inv. 40.
Copie
Anonimo, olio su tela, 92x152 cm, ubicazione ignota; già Roma, collezione privata; vendita Bertolami Fine Art, Roma, 2 luglio 2020, lot 86 (come "seguace di Lambert Sustris"). La composizione è leggermente più orizzontale essendo leggermente ridotta su entrambi i margini orizzontali; nell’angolo in alto a destra sono visibili i raggi dello Spirito Santo, assenti nella nostra tela.

Capolavoro della maturità di Lambert Sustris, questo Battesimo di Cristo può essere considerato la prima interpretazione di questo soggetto da parte del pittore. L’episodio con Giovanni Battista che battezza Cristo nelle acque del fiume Giordano permette al pittore di immergere numerosi personaggi all’interno di un arioso e bucolico paesaggio naturale. La luce dell’alba, che si intravede dietro le cime delle montagne la cima delle montagne all’orizzonte, risplende con grande dolcezza sulle rive del Giordano, dove tre gruppi di alberi rigogliosi inquadrano ritmicamente la scena principale, e, in secondo piano, si intravedono alcune architetture rustiche. I toni caldi dei prati verdeggianti, che ricordano più i possedimenti della Serenissima che la Palestina, contrastano armoniosamente con le acque limpide del fiume che si gettano in una piccola cascata alle spalle dei due personaggi principali. La maestosità e l’intensità del soggetto sacro sono magnificate dalla bellezza di questa natura che, proprio come Cristo, rivela il suo carattere umano e insieme divino. L’ambiente naturale si adatta perfettamente al momento in cui l’ultimo profeta annuncia la venuta del Messia, per poi avvicinarsi al cugino e battezzarlo con le acque fluviali mentre, secondo i racconti evangelici, lo Spirito Santo appare con le sembianze di una colomba.
Attorno a Gesù e Giovanni Battista si addensa una folla di figure, raramente così fitta nelle rappresentazioni di questo episodio a Venezia e Padova, ma che rientra comunque nella tradizione iconografica del tempo. Il dettaglio dell’angelo che porta le vesti di Cristo potrebbe essere stato ispirato al pittore da un celebre precedente padovano: l’affresco col Battesimo di Cristo dipinto da Giotto nei primi anni del Trecento nella cappella degli Scrovegni.
Poco dietro, alcuni giovani angeli si spogliano: sono catecumeni, cioè aspiranti al battesimo, che presto riceveranno. Nel contesto veneziano, la presenza dei catecumeni nella rappresentazione di questo episodio è molto rara, ma appare, ad esempio, nell’affresco realizzato dai collaboratori di Raffaello nelle Logge del Vaticano, e forse è proprio quella parete ad avere influenzato Sustris. Il fitto gruppo dominato da due cavalieri si riferisce probabilmente all’evocazione evangelica di una folla eterogenea desiderosa di ricevere il battesimo, tra cui figurano anche alcuni soldati (Luca, 3, 10-14). Sull’altra riva del Giordano, lontani dalla scena principale, sono riuniti uomini e donne che fanno da controparte bilanciano la composizione. Due anziani in abiti orientali discutono con alcune figure nude che si apprestano a seguire l’esempio di Cristo: potrebbero simboleggiare l’Antica Legge che si scontra con l’avvento del Messia e dei suoi precetti.
Tutti i personaggi di questa complessa scena, longilinei e quasi eterei, e il paesaggio con le sue tinte fresche spingono a proporre di datare la tela ai primi anni Quaranta del Cinquecento, nella prima fase dell’attività padovana dell’artista. Il Battesimo di Cristo evoca infatti i grandi affreschi paesaggistici dell’Odeo Cornaro, dipinti tra il 1539 e il 1541, e quelli della Villa dei Vescovi di Luvigliano (1542-1548), in una versione di dimensioni ridotte che però mantiene lo stesso intento monumentale. Lo stile ricorda inoltre quello di altri dipinti da cavalletto realizzati tra il 1540 e il 1545, come il Cerchio della vera Educazione e della Felicità (Venezia, collezione privata) e la Salita al Calvario (Ro Ferrarese, Fondazione Cavallini Sgarbi).
Questo Battesimo di Cristo mostra quell’ambizione alla grandiosità formale e alla ricchezza iconografica che troveranno la loro piena realizzazione nella splendida tela del musée des Beaux-Arts di Caen con lo stesso soggetto, dipinta tra il 1552 e il 1553 per il cardinale Otto Truchsess von Waldburg, dove il pittore si supera nella capacità di creare un’armonia emotiva e formale fra paesaggio e figure.

Originario dei Paesi Bassi, Lambert Sustris riceve probabilmente la sua prima formazione da Jan van Scorel, a Utrecht o ad Haarlem. Documentato nel 1536 a Roma, l’artista si sposta a Venezia dove si trova almeno dalla fine degli Trenta. Per la maggior parte del quinto decennio del secolo si trasferisce a Padova, dove affresca le pareti dell’Odeo Cornaro e della Villa dei Vescovi di Luvigliano. Sustris è menzionato nel 1552 tra i membri del seguito dell’imperatore Carlo V. Nordico di nascita e di formazione, avendo profondamente assimilato la cultura romana antica e moderna, ha contribuito alla diffusione dello stile raffaellesco a Venezia e a elaborare una nuova versione locale del manierismo centro-italico. Dopo aver appreso l’estetica pittorica veneziana, con la sua attività bavarese Sustris gioca un ruolo centrale nella circolazione internazionale di tale cultura. Il suo approccio sensibile ai temi paesaggistici, attento al dato reale quanto al potenziale espressivo della natura come scenario di episodi biblici o mitologici, costituisce una elemento essenziale nella storia del genere in epoca moderna.