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Louis Dorigny (Parigi, 1654 - Verona, 1742)

(Parigi,1654 - Verona,1742)

Pan e Siringa

Olio su tela, 146.7 x 113.5 cm

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PROVENIENZA


Collezione privata.

BIBLIOGRAFIA


- Emilio Negro and Nicosetta Roio, Alessandro Marchesini 1663-1738, Modena, 2010, fig. p. 14.

DESCRIZIONE


Cresciuto in una famiglia di artisti, Luigi è il figlio di Michel Dorigny (1617-1665), il quale aveva sposato una delle figlie di Simon Vouet (1590-1649); anche il fratello, Nicolas Dorigny (1658-1746), era pittore e incisore. Nonostante Michel fosse stato ammesso alla Académie Royale de Peinture et de Sculpture di Parigi nel 1663, rimase deluso di aver ottenuto soltanto un secondo premio, così, di sua propria iniziativa, partì per l’Italia. Apprese il mestiere con il padre, poi con Charles Le Brun (1619-1690). Una lunga peregrinazione lo portò da Roma verso il Nord Italia, per poi infine stabilirsi a Verona, attorno al 1690. La sua reputazione di artista completo e di freschista talentuoso lo portò fino a Vienna, dove operò nel palazzo del Principe Eugenio di Savoia. L’episodio mitologico rappresentato in questa opera è quello di Pan e Siringa, la cui fonte si ritrova nelle Metamorfosi di Ovidio (Metamorfosi, I, 691). Il poeta latino situa l’azione in Arcadia, mentre il dio satiro inseguiva la ninfa Siringa, abituata ad eludere “ le insidie dei Satiri e di tutti gli altri dei che vivono nell'ombra dei boschi o nel rigoglio dei campi ”. Ella sfuggiva a Pan e, quando egli “credeva d'aver ghermito ormai Siringa”, lei riuscì a raggiungere il fiume Ladone ed invocò “le sorelle dell'acqua di mutarle forma”. La trasformazione è annunciata dalle canne in primo piano che simboleggiano il suo destino e le sue sembianze finali. Molti gli elementi che si iscrivono perfettamente nell’estetica barocca e spettacolare tipica dello stile dell’artista: la dinamica del gesto di Pan, che afferra Siringa con la mano sinistra e si fa strada con la destra fra le canne; l’inquadramento prospettico di sottinsù del gruppo e il punto di vista ravvicinato e serrato sulle figure. Il contrasto fra la pelle lattiginosa di Siringa e quella bruna del Satiro, il cui corpo in secondo piano si confonde con lo sfondo arboreo, conferisce un ritmo meraviglioso alla coppia.