Anton Maria Vassallo
(Genova, c. 1615 - Milano, c. 1657)
Un cane, un gatto e un riccio circondati da utensili di rameOlio su tela, 36,7 x 58,3 cm
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PROVENIENZA
Francia, Collezione privata
DESCRIZIONE
NELLA PRIMA METÀ DEL SEICENTO, a Genova esisteva una significativa colonia di pittori fiamminghi presso i quali Anton Maria Vassallo si formò. Sembra infatti sia stato apprendista, ancora molto giovane, presso il fiammingo Vincenzo Malò (Cambrai, 1606/1607 - Roma, c. 1650/1651), attivo nella città portuale dal 1625 al 1629, e ancora dal 1634 in poi. Attraverso Malò, Vassallo avrebbe preso confidenza con la pittura di animali, che avrebbe avuto un ruolo importante nella sua carriera, non solo come genere
autonomo ma in relazione alla pittura di figura. Infatti il nostro pittore è stato spesso confuso con Giovanni Benedetto Castiglione, noto come Il Grechetto (1609-1664), soprattutto nelle sue opere tarde. Molti dei dipinti più o meno maturi di Vassallo mostrano la sua inventiva nell'ambito della natura morta, associata – come spesso accadeva nella scuola genovese – con la sua controparte, ‘natura viva’. Composizioni di utensili da cucina e animali, per lo più domestici, si trovano spesso nelle sue opere, ad esempio in un gruppo di quattro tele, una nella Galleria di Palazzo Bianco a Genova e le altre tre già nella stessa collezione1. Il dipinto davanti a noi offre una nuova variazione su questo tema, mostrando la stretta adesione di Vassallo al naturalismo, con la scena immersa nella penombra. Il motivo del gatto, raggomitolato a terra, è quasi una firma dell'artista, e compare così in diversi dei suoi quadri. Le tre creature qui raffigurate non sembrano minimamente preoccupate l'una della presenza dell'altra, pur creando un elemento di dinamismo accanto al gruppo di oggetti inanimati; la brocca al centro da equilibrio all'intera composizione.
Nota:
1 Anna Orlando, Anton Maria Vassallo, Genova, 1999, p. 41, figg. 54-57.