Luca Cambiaso (Moneglia (Genova), 1527 - El Escorial (Madrid), 1585)
(Moneglia (Genova), 1527 – El Escorial 1585)
Cristo spogliato delle sue vestiOlio su tela, 184 x 133 cm
- PROVENIENZA
- BIBLIOGRAFIA
- MOSTRE
- DESCRIZIONE
PROVENIENZA
Genova, collezione di Giovanni Battista Villa (1824?-1900), il dipinto è presente nell’inventario redatto dopo la sua morte (Casa Villa, 1900, n. 405); per discendenza a sua figlia, Genova, collezione signora Eugenia Villa, vedova Ghisolfi, 1952 (vedi catalogo mostra 1927); per discendenza, Genova (Coronata), collezione signora Flora Livi Villa; Monte Carlo, collezione privata.
BIBLIOGRAFIA
- M. Labò, Mostra centenaria di Luca Cambiaso, cat. della mostra, Genova, dicembre 1927, p. 21, n. 22;
- A. Venturi, Storia dell’Arte Italiana, Milano 1934, vol. IX, parte VII, p. 853;
- G. Frabetti, A. M. Gabbrielli, in Luca Cambiaso e la sua fortuna, cat. della mostra a cura di C. Marcenaro, Genova, Palazzo dell’Accademia, giugno - ottobre 1956, n. 51;
- B. Suida Manning, W. Suida, Luca Cambiaso. La vita e le opere, Varese-Milano 1958, pp. 48-49, 105;
- L. Magnani, Luca Cambiaso da Genova all’Escorial, Genova 1995, p. 224, fig. 250, p. 227, nota 26;
- G. Sommariva, in AA.VV., Luca Cambiaso. Un maestro del Cinquecento europeo, cat. della mostra, Genova, Palazzo Ducale – Musei di Strada Nuova, 3 marzo 2007 – 8 luglio 2007, p. 318, in n. 57;
- A. Manzitti, in AA. VV., Luca Cambiaso. Un maestro del Cinquecento europeo, cat. della mostra, Genova, Palazzo Ducale – Musei di Strada Nuova, 3 marzo 2007 – 8 luglio 2007, p. 322, in n. 59.
MOSTRE
- Mostra centenaria di Luca Cambiaso, Genova, 1927;
- Luca Cambiaso e la sua fortuna, Genova, Palazzo dell’Accademia, giugno - ottobre 1956.
DESCRIZIONE
Opere di confronto:
Un'altra versione è stata pubblicata e riprodotta da Suida Manning (1958, p. 413, fig. 417), già nella collezione dell’avvocato Attilio Caveri (1891-1976) di Moneglia.
Figlio del pittore Giovanni Cambiaso (1495-1579), un artista di levatura più modesta, Luca sviluppò, nella seconda metà del XVI secolo, un linguaggio artistico innovativo rispetto al manierismo circostante. La peculiarità del suo stile è data dalla commistione della monumentalità e della chiarezza delle figure di Michelangelo (1475-1564) con le nuove soluzioni artistiche provenienti da Parma, con un’attenzione particolare alle ricerche luministiche di Correggio (ca. 1489-1534) e Parmigianino (1503-1540).
Cambiaso dipinge i suoi notturni tra il 1575 e il 1583, l’anno in cui il pittore lascia l’Italia per trasferirsi a Madrid dove partecipa ai lavori all’Escorial. Nell’ambito delle scene a lume di candela, il nostro artista figura come un innovatore anticipando di diversi decenni gli analoghi risultati raggiunti dai caravaggeschi nordici come Gerrit van Honthorst (1590-1656) o dal francese Georges de la Tour (1593-1652).
Il corpus di notturni si apre con il capolavoro del Cristo davanti a Caifa (Genova, Accademia Ligustica di Belle Arti, fig. 1), opera vicina al nostro dipinto sia per i tratti stilistici che per le sue dimensioni imponenti.
Nella nostra tela, la drammaticità della scena è accentuata dalla luce bianca lattiginosa che la candela proietta sul volto rassegnato di Gesù e sul suo busto, e che raggiunge il ragazzino che porta sotto il braccio le verghe dacendolo emergere con enfasi dal buio.
La scena rappresenta i momenti immediatamente precedenti la flagellazione: uno dei soldati ha già la corda arrotolata attorno alla mano sinistra e stretta fra i denti ed è pronto a legare il Cristo alla colonna in marmo. In secondo piano, le figure dei carnefici, personificazioni del male, sono volutamente caricaturizzate. I loro volti butterati, dall’espressione grottesca e dai tratti marcati, sono simili a quelli che appaiono nel dipinto di Cristo davanti a Caifa.
Suida Manning ha ipotizzato che la figura barbuta, che si intravede a sinistra della colonna e che guarda lo spettatore, possa essere un autoritratto del pittore. Come sappiamo grazie all’Autoritratto con ritratto del padre (Genova, Palazzo Bianco, fig. 2), Cambiaso, in effetti, era barbuto ma calvo e fulvo, diversamente dal personaggio del nostro dipinto.
Riguardo al soggetto del Cristo tra i carnefici, Carlo Giuseppe Ratti ricorda la presenza di un dipinto con questo tema nell’ultima delle sei cappelle della chiesa del convento di San Francesco di Castelletto (oggi distrutta)1. Rimane difficile affermare con certezza che si tratti del nostro dipinto poiché esiste un’altra versione in collezione privata a Moneglia (vedi «opera a confronto»). Esiste poi una variante del Cristo alla colonna (Genova, Musei di Strada Nuova – Palazzo Bianco, fig. 3) che rappresenta, oltre ai personaggi di Gesù e del ragazzino, un solo soldato intento a legare le mani del Messia alla colonna.
Il nostro dipinto s’inserisce in modo naturale nella serie dei notturni monumentali sulla vita di Gesù e dialoga perfettamente con il Cristo davanti a Caifa dell’Accademia Ligustica di Genova. I notturni di Cambiaso rappresentano quasi esclusivamente soggetti religiosi tratti dal Nuovo Testamento la cui ideazione, negli anni settanta del XVI secolo, è certamente da inserire nel contesto della Controriforma. Lo stile tardo del pittore genovese, abitualmente indicato come il suo "terzo periodo", trova una sintesi di grande efficacia nella frase di Bertina Suida Manning: “una crescente serenità contemplativa e una monumentale semplicità”2. Definizione che trova eco nelle parole di Lauro Magnani “meditazione, rigore e semplicità”3.
Il ruolo di Cambiaso nello sviluppo dei notturni è fondamentale poiché, seppur inserendosi nella tradizione avviata da alcuni artisti nordici e italiani, si concentra sulle possibilità espressive della luce artificiale dando un apporto di grande originalità che avrà un reale impatto sulla pittura caravaggesca.
Note:
1 - C. G. Ratti, Istruzione di quanto può vedersi di più bello in Genova in Pittura, Scultura ed Architettura, Genova 1766, p. 227; C. G. Ratti, Istruzione di quanto può vedersi di più bello in Genova. Descrizione delle pitture, sculture e architetture ecc. che trovansi in alcune città, borghi, castelli delle due riviere dello Stato Ligure, 2 vol., Genova 1780, p. 251.
2 - B. Suida Manning, The nocturnes of Luca Cambiaso, in “The Art Quarterly”, 3 (1952) XV, p. 199.
3 - Si tratta del titolo di uno degli ultimi capitoli della monografia di L. Magnani, Luca Cambiaso da Genova all’Escorial, Genova 1995, p. 211.